giovedì 6 ottobre 2011

La preparazione al parto...quando l'informazione rende consapevoli!

Da sempre le donne hanno cercato ed acquisito informazioni, abilità e competenze sulla gravidanza e il parto all'interno della cerchia di figure femminili appartenenti alla propria famiglia allargata e partecipando alla cura della stessa, collaborando in modo diretto o indiretto al parto, all'allattamento e alla gestione dei piccoli.
In Italia, a partire dagli anni Cinquanta del secolo passato, soprattutto nei centri urbani, avviene un cambiamento nel luogo predisposto per il parto; non accade più in casa ma in ospedale e pertanto la neo-mamma non può più fare affidamento sul sostegno e l'atmosfera famigliare, privandola dell'appoggio e della trasmissione di informazioni sulla cura del neonato.
L'aumentare della vita media, la scolarizzazione e l'entrata della donna nel mondo del lavoro e il conseguente miglioramento delle condizioni socio-economiche, ha determinato un ritardo nell'età in cui si diventa madri e una notevole diminuzione del numero dei figli. 
Oggi, nel mondo occidentale, si assiste ad un accesso alla maternità  maggiormente strutturato e consapevole; la maggior parte delle donne in attesa del loro primo figlio frequenta un corso di preparazione alla nascita e  spesso vengono accompagnate dal partner o da altri membri della famiglia. 
La preparazione alla nascita è diventata indispensabile per poter compensare la mancanza di esperienza offerta, in tempi antichi, dalla famiglia allargata.
Già nella seconda metà dell'Ottocento, in Francia compaiono le prime esperienze per insegnare alle future mamme quale fosse la corretta condotta da assumere nel travaglio.
Nel corso della prima conferenza nazionale sulla mortalità infantile, tenutasi in Inghilterra nel 1906, si evinse che l'acquisizione materna di regole e di informazioni corrette riguardanti la salute e la cura di se e del  proprio bambino fosse fondamentale per la riduzione della mortalità infantile.
Negli anni Trenta, l'ostetrico britannico Dick Read propose corsi durante i quali venivano insegnate alle donne incinte tecniche di rilassamento per poter gestire meglio i dolori del travaglio; egli  riteneva che sia il travaglio che il parto potessero essere vissuti con una bassa soglia di dolore, in quanto la tensione e la paura della donna contribuivano a rendere le contrazioni dolorose.
Successivamente, negli Stati Uniti, Robert A. Bradley organizzò lezioni sulla nutrizione, il rilassamento, la respirazione naturale e tecniche di gestione del dolore durante il travaglio, con la partecipazione attiva del partner; l'ostetrico riteneva che, con una preparazione adeguata, l'istruzione e il supporto tecnico, la maggior parte delle donne potesse partorire naturalmente, senza farmaci o interventi chirurgici. 
In Russia, Velvovski e in seguito Pavlov svilupparono la teoria che le contrazioni del travaglio erano dolorose ma le donne potevano imparare delle tecniche che permettevano la concentrazioni su stimoli diversi dalle sensazioni dolorose provenienti dall'utero.
La tecnica Lamaze, è una tecnica di parto ideata nel 1940 dal medico ostetrico Fernande Lamaze, il cui obiettivo è quello di aumentare la fiducia di una madre nella sua capacità di partorire, riducendo al minimo la necessità di un intervento medico durante il parto. Questa tecnica prevede incontri che permettono di capire come affrontare il dolore, focalizzandosi sulla respirazione e sul movimento. 
In Italia, Miraglia e Piscicelli hanno sviluppato il metodo RAT (Training Autogeno Respiratorio) che consiste in un allenamento quotidiano per imparare a rilassare i muscoli sia volontari che involontari. Questo metodo, dagli anni Settanta in poi, è stato maggiormente adottato e proposto nei Consultori Famigliari.
In seguito all'aumento della medicalizzazione e dei parti cesarei, in Inghilterra, nel corso degli anni Ottanta, si assiste all'affermazione di un approccio globale che si preoccupa di aiutare la donna a sviluppare, identificare e mobilitare le proprie risorse personali per poter assumere un ruolo attivo nell'esperienza del parto. In questi anni anche il mondo scientifico comincia ad interrogarsi sul ruolo della donna nel suo percorso verso la maternità e sulla sicurezza ed efficacia delle procedure ostetriche erogate in ambito ospedaliero, evidenziando delle linee guida da seguire.
Ultimamente questo approccio si è consolidato ed ampliato, spostando il focus dal contenimento e riduzione del dolore fisico alla preparazione al parto che tiene in considerazione gli aspetti psicologici e promuove la partecipazione attiva e consapevole alla salute psico-socio-fisica della donna, del bambino e della famiglia.


Dott.ssa Nicolina Lo Mastro




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